Analisi del recentissimo monitoraggio Covid, tendenze preoccupanti e richiesta di maggiore impegno nelle campagne di vaccinazione.
Nella settimana conclusasi il 17 novembre 2023, l’Italia ha assistito a un significativo incremento dei casi di Covid-19, con un aumento del 28%, registrando 34.319 nuovi casi. Questa escalation ha portato a un’incidenza di 58 casi per 100.000 abitanti.
Parallelamente, si è verificato un lieve incremento nell’occupazione dei posti letto in area medica, salita al 6,7% (4.167 pazienti ricoverati), rispetto al 5,9% della settimana precedente.
Anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva ha mostrato un lieve aumento, raggiungendo l’1,4% (122 pazienti ricoverati) contro l’1,2% della settimana precedente.
Analisi dell’indice Rt e della mortalità
L’indice Rt, che misura la trasmissibilità del virus, è salito a 0,93, indicando una leggera tendenza all’espansione del virus. La mortalità, misurata attraverso il numero di decessi, ha registrato un aumento del 17,8% rispetto alla settimana precedente, con 192 vittime. Questa situazione si riflette in un incremento dei tassi di ospedalizzazione e mortalità, soprattutto nella fascia d’età 90+ anni.
Francesco Vaia, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, sottolinea l’importanza di un maggiore impegno da parte delle regioni italiane nella gestione della comunicazione e nell’organizzazione delle campagne di vaccinazione, specialmente per proteggere le persone più fragili. L’incremento dei casi, sebbene mostri una stabilità nei principali indicatori, evidenzia la necessità di un’azione coordinata e tempestiva.
Distribuzione geografica e demografica dei casi
Dal monitoraggio emerge un aumento dell’incidenza settimanale di casi in quasi tutte le regioni italiane, con la più alta registrata in Veneto (130 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (1 caso per 100.000 abitanti). La fascia d’età più colpita è quella degli ultra 90enni.
L’analisi delle varianti virali, basata sui dati della piattaforma nazionale I-Co-Gen, mostra una predominanza di ceppi virali ricombinanti omicron, in particolare la variante EG.5. Questo dato è in linea con quanto osservato in altri Paesi.
Questi dati richiamano l’attenzione sull’importanza di un monitoraggio costante e su una risposta sanitaria agile e ben organizzata. La crescente incidenza e la pressione sui servizi sanitari esigono una risposta coordinata e un rinnovato impegno nelle campagne di vaccinazione e nelle strategie di comunicazione per contenere la diffusione del virus.